Midnight in Paris

Ammetto di aver visto davvero pochi film di Woody Allen, ma sono rimasta piacevolmente colpita da questo suo ultimo lavoro, che si riconferma allo stesso tempo intelligente e divertente.

Ci sono due protagonisti secondo me. Inizio con la città, Parigi, presentata al pubblico nel primissimi minuti del film, in tutti i suoi aspetti: impossibile non innamorarsene! Il protagonista “umano” (interpretato da Owen Wilson) è uno sceneggiatore americano di successo la cui vera aspirazione è quella di scrivere romanzi. E’ in vacanza a Parigi con la sua futura moglie, ma le differenze incolmabili tra i due innamorati si notano quasi subito… Lasciando perdere come andrà a finire tra i due, mi vorrei soffermare brevemente sulla parte centrale della narrazione. E’ a mezzanotte che la città si trasforma per il protagonista nella metropoli degli anni ’20, colorata, chiassosa, estremamente attiva da un punto di vista culturale, piena di artisti: scrittori, poeti, pittori, si alternano in una divertente sequenza di aneddoti, citazioni, frammenti di vita notturna. Gil conosce così Picasso, Dalì, ma soprattutto i suoi idoli letterari, tra cui Hemingway. (Uno dei miei scrittori preferiti, tra l’altro!) 😀 La realtà che ha sempre sognato di vivere, in cui magicamente si può ritrovare ogni notte, lo coinvolge sempre di più, e alla fine lo sconvolge prepotentemente. Tutto infatti è come Gil aveva sempre immaginato: i bar e le strade diventano per lui ambienti più familiari delle immense città americane in cui viveva e da questi incontri, da questi luoghi, si sente estremamente ispirato.

Nasce, forte ma spontanea, una riflessione sulla sensazione di inadeguatezza che ognuno di noi prova a volte rispetto alla realtà che lo circonda. Quando sembra che “il mondo” non ci capisca, vorremmo che tante cose fossero diverse, e ci capita di pensare “Vorrei aver vissuto in quell’epoca…” 😉

Ho una domanda per voi a questo punto: in quale epoca avreste voluto vivere? Ed aggiungo anche: DOVE? La mia epoca varia tra il 1200 e il 1400. I secoli di maggiore ricchezza di una delle mie città preferite, VENEZIA. Il motivo è questo (mi aiuto con Wikipedia): “Le repubbliche marinare sono importanti non solo per la storia della navigazione e del commercio: nei loro porti non arrivano solo preziose merci altrimenti introvabili in Europa, ma anche nuove idee artistiche e notizie su paesi lontani. Lo spirito di avventura dei navigatori di queste città è sempre stata una gloria per l’Italia, sebbene offuscata dalla rivalità commerciale che le metteva l’una contro l’altra.” Sarei stata sicuramente una commerciante furba e curiosa; avrei vissuto importando merci utili e redditizie, ma soprattutto VIAGGIANDO tantissimo per il Mediterraneo! (Avrei dovuto anche essere un uomo, per fare tutto ciò però! Ma si tratta pur sempre di immaginazione, quindi vale tutto. xD)

Comunque… Non ho apprezzato moltissimo le conclusioni quasi “imposte” allo spettatore, espresse in uno dei dialoghi conclusivi. In ogni caso il film è godibilissimo, ovviamente ve lo consiglio. Saranno estremamente gradite le vostre opinioni!